Scrivere su blog è un’attività che richiede una dedizione costante. Il progetto web può essere impostato sulla base delle proprie esigenze, per raggiungere determinati obiettivi, o semplicemente per offrire contenuti che possano interessare il lettore e rappresentare un contributo utile riguardo una particolare tematica. È giusto avere consapevolezza che altri avranno scritto già dello steso argomento: ciò che potrà distinguerci sarà come diremo le cose, a prescindere dal numero di lettori o di visite al sito.
Nel blogging c’è un fattore con un peso specifico: la SEO, cioè l’ottimizzazione per i motori di ricerca. Scrivere post sul blog rappresenta un’ottima attività dal punto di vista della SEO, perché consente di arricchire semanticamente il sito, trattare specifiche tematiche in modo (più o meno) verticale, offrendo la possibilità di acquisire autorevolezza sia con i lettori che con i motori di ricerca. Un’attenzione eccessiva alla SEO, però, a volte può divenire una scelta controproducente per l’autostima, perché l’attenzione costante alle statistiche o ai risultati potrebbe generare insicurezza o ansia, a discapito della scrittura.
Di fatto, è il pubblico dei lettori che decreta la buona riuscita di un articolo e spesso le persone sono più interessate al nostro pensiero o punto di vista anziché alle informazioni didascaliche inserite nei post, reperibili anche altrove su internet. Allo stesso modo, alcuni lettori potrebbero non amare la nostra scrittura o il tone of voice adottato: d’altronde, non si può avere l’ambizione di piacere a tutti. In fin dei conti, il blog è uno strumento che contribuisce a delineare e rafforzare il nostro (personal) brand, quindi semplificare le considerazioni a monte ci consente di mostrarci per come siamo davvero.
Questa riflessione preliminare mi è sembrata utile come premessa alla prima di una serie di interviste che intendo pubblicare sul blog: chiacchierate con vari ospiti insieme ai quali vorrei focalizzare l’attenzione su alcuni aspetti dell’attività web che ritengo utili e importanti.
Per aprire le danze, ho pensato di parlare di blog con il blogger Mirco Di Marcello, amico in gamba e persona squisita che, oltre ad avere realizzato negli anni diversi progetti web, ha saputo concretizzare due delle sue passioni in due blog ben riusciti.
Ciao Mirco, grazie per aver accettato la mia proposta di presentare la tua esperienza sul mio blog. Innanzitutto, vorrei partire da te: chi è Mirco di Marcello?
Ciao Francesco e grazie a te per l’invito ad essere sul tuo sito!
Sono una persona qualunque che non si tira mai indietro quando c’è da provare e sperimentare! Mi piace buttarmi a capofitto nelle situazioni che mi entusiasmano. Nella vita, lavoro nell’ufficio tecnico di un’azienda che produce circuiti elettronici.
Fuori dall’azienda ho diverse passioni che ho sviluppato, come potevo, nel corso degli anni. Sognavo di essere un compositore di colonne sonore, ho sempre adorato Ennio Morricone. Non ci sono riuscito ma, grazie al fatto di aver studiato pianoforte e computer music, mi diverto a creare musiche di sottofondo o jingle per il mercato della musica royalty free.
Ho avuto diverse soddisfazioni: per esempio quando, con un gruppo di amici, abbiamo deciso di fondare una compagnia teatrale, fatta di attori esperti ma, soprattutto, persone che non avevano mai recitato. Mi sono cimentato in prima persona nel ruolo di attore e ho scoperto quanto di bello ci sia nella vita teatrale.
La mia passione per la musica di Luca Carboni ha fatto sì che, nel 2001, mettessi online le prime pagine di un sito a lui dedicato. Non avevo alcuna esperienza nel web, sono andato un po’ alla cieca, ma ad oggi sono 20 anni che esiste PersoneSilenziose.it.
L’esperienza con questo sito mi ha spinto poi a tramutare la passione per la cucina in un blog, ed è nata l’avventura OggiCucinaMirco.it.
Quand’è che la passione per la cucina ha preso il… “sopravvento”?
Ho sempre amato la cucina, guardato mia madre e, ancor prima, le mie nonne cucinare. L’idea di dar vita ad un piatto con i suoi sapori e le sue particolarità mi ha sempre affascinato. Se avessi tempo, tornerei volentieri a studiare, non tanto per aprire un ristorante, quanto per apprendere le tecniche e la chimica nella cucina. Creare nuovi piatti e nuovi accostamenti mi esalta.
I miei primi passi in cucina furono ai tempi dell’università: in casa con altri 4 ragazzi, spesso mi trovavo a cucinare per tutti! La passione vera poi si è scatenata alla nascita di mia figlia: mia moglie lavorava full time e mi sembrava disumano aspettare che lei rientrasse stanca e preparasse il pranzo o la cena . Pensai allora di anticiparla e preparare io i piatti. Si comincia con le basi, i piatti più semplici, poi, per forza di cose, hai voglia di cambiare e cimentarti in qualcosa di più originale.
“Oggi cucina Mirco: ricette last minute per mariti nel panico”: quando, dove e come nasce l’idea di sviluppare un progetto di questo tipo?
Quando iniziai a cucinare aspettando mia moglie, spesso postavo le foto di ciò che preparavo sui social. Piano piano i miei amici commentavano chiedendomi la ricetta. Fu in quel momento che decisi di cimentarmi in quest’avventura. Era sicuramente un impegno, in un primo tempo infatti aprii una pagina su Tumblr che aveva solo le foto dei piatti. Da lì, l’esigenza di passare su una piattaforma tutta mia che potesse raccogliere anche le ricette. Forte dell’esperienza del blog dedicato a Luca Carboni, acquistai il dominio (non proprio originalissimo… ma lì per lì quello mi venne in mente!) e iniziai a lavorare al blog.
“Ricette last minute per mariti nel panico” è lo slogan che mi venne di getto. Il settore delle ricette è saturo: tutti fanno ricette, tutti hanno blog. Io volevo puntare sull’ironia e sulla mia reale situazione: un marito che cucina, anche se inesperto, anche se un completo inetto in cucina!
Suggerisco spesso ai miei clienti il blog come ottima forma di comunicazione (promozionale), specialmente se legata a un’attività commerciale, per raccontare se stessi e la propria attività, ma utile anche ai lettori per approfondire o intrattenersi. Qual è, invece, l’esperienza di un food blogger che non ha ricadute dirette su un’attività commerciale?
Sono sincero, non ho mai avuto un piano editoriale come un buon blogger dovrebbe avere, ma, scrivendo nei ritagli di tempo tra lavoro, famiglia e impegni vari, non ho mai avuto scadenze regolari. Quello che ho capito in questi anni è l’importanza di postare almeno due volte a settimana e, soprattutto, fare un minimo di formazione. Io ho fatto tutto per conto mio, seguendo tutorial online e leggendo libri. Sicuramente non posso reputarmi un professionista perché ho molte lacune, ma quel poco che ho fatto mi ha permesso di capire alcuni meccanismi necessari per scrivere un articolo. Fondamentale, secondo me, è la passione con cui si scrive e per cui si scrive. Scrivere forzatamente non darà mai grandi risultati. Fare “copia e incolla” da mille articoli online sarà un sicuro insuccesso. Originalità e passione sono alla base.
Nel corso degli anni ho visto crescere questo progetto in maniera inaspettata.
Ho ricevuto molte proposte e molte richieste, anche fuori dalla mia portata.
Ma ciò che conta sono le occasioni che ho avuto: conoscere grandi chef, grandi aziende produttrici di cibo, la possibilità di raccontarle a modo mio. Poi sono arrivati i contatti dalle agenzie: mi chiedono di scrivere per i loro clienti o dei loro clienti sul mio blog. Paradossalmente, il mio progetto si è trasformato in una possibilità di lavoro dalle mille opportunità.
In base alla tua esperienza, quali sono gli elementi tecnici da tenere in considerazione in un progetto web? Come scegli gli argomenti e come le declinazioni dei contenuti (testo, foto, video); qual è il peso della SEO e dei social media, quando hai effettivamente compreso appieno il tuo target di riferimento?
Scrivere un articolo non è una passeggiata. Io scrivo sempre di getto, poi rivedo tutto in ottica SEO (almeno per quel poco che so). La scelta del titolo, delle parole chiave, della foto, tutto concorre a fare di un articolo un buon contenuto.
Nel caso delle foto ho cercato di migliorarmi: all’inizio scattavo foto bruttissime con lo smartphone, posizionando i piatti sotto la cappa della cucina, con pessimi risultati di luce. Poi ho seguito qualche corso base di fotografia, alcuni corsi online di food photography e acquistato un set minimo per fotografare. Le mie foto rispecchiano la filosofia del sito: foto essenziali, con solo il piatto. Niente tovagliati, niente props. I mariti nel panico non hanno tempo di organizzare un set!
Ho puntato sulle ricette semplicissime, mettendomi nei panni di chi non ha mai cucinato: quindi utilizzo spesso prodotti surgelati e riduco al minimo le lavorazioni. Certo, un cuoco o uno chef mi lincerebbero, ma se ci pensate, con i ritmi di oggi, tutti sono alla ricerca di piatti veloci e semplici da realizzare.
Un blog può monetizzare in modi diversi. Quali sono le modalità che preferisci e – tenendo sempre a mente i tuoi lettori – che peso ricoprono nelle scelte che fai, siano esse strategiche o pratiche?
Nel mio blog monetizzo, in effetti, in diversi modi. Alcuni più redditizi, altri poco proficui, forse perché non li ho mai sviluppati a fondo.
Il “grosso” delle entrate viene da Google Adsense, i classici banner presenti sui siti.
Le entrate non sono molte, ma posso reinvestirle in cose che mi tornano utili (tutorial, acquisto piatti, ingredienti, eccetera).
Poi ci sono i “referral” ossia i link che rimandano all’acquisto su prodotti Amazon da cui percepisco una percentuale. Le entrate sono minime, ma, ripeto, forse perché non ci ho mai puntato molto.
Altre fonti di monetizzazione sono gli articoli scritti per le agenzie. Molto spesso riportano un link verso un prodotto del cliente finale, ma che non è fondamentale per la ricetta: potrei benissimo usarne altri per la riuscita identica.
Poi ci sono le collaborazioni con i clienti: mi inviano una campionatura di prodotti e io li utilizzo per la preparazione delle ricette. In questo sono stato sempre molto selettivo: non ho accettato prodotti che non mi interessavano.
In alcuni casi, con il cliente, si è instaurato un vero rapporto di intesa, tanto che ho rifiutato di sponsorizzare altre marche simili.
Nel settore food & wine, quali aziende ti sembrano più orientate alla promozione dei propri prodotti attraverso il food blogging?
Ci sono due tipi di promozione: le aziende piccole solitamente ricorrono al metodo della campionatura gratuita in cambio del link al loro prodotto. Altre chiedono solo una recensione del prodotto. Altre ancora chiedono una ricetta con il loro prodotto a pagamento o ti forniscono addirittura l’articolo già pronto.
Le grandi aziende, invece, si servono delle agenzie: sono loro a contattarti chiedendo di scrivere un articolo o, anche in questo caso, consegnandolo già pronto per la pubblicazione.
Veniamo a Cuccioli & Crocchette, il tuo progetto più recente: ti va di raccontare com’è nato?
Ci mancava solo questo! Mi complico la vita, lo so, ma come ho scritto all’inizio di questa intervista, mi piace osare! Recentemente abbiamo accolto un cucciolo in casa per far felice mia figlia. In passato, ho avuto già un cane, ma di fatto questa è la prima vera esperienza con un cucciolo. Reduce dalle precedenti esperienze di blogging, ho pensato di creare un blog dedicato agli amici a 4 zampe. Un modo per apprendere in prima persona per il nostro cane (scegliendo gli argomenti da trattare vado a documentarmi su ogni aspetto, utile sia per il nostro Chicco e, spero, in futuro, anche per i lettori del blog). Secondo motivo, più veniale, per cercare qualche prodotto sponsor e creare un minimo di guadagni con i prodotti referral di Amazon.
Arrivati fin qui non posso esimermi dal chiedertelo: quanto ripaga l’attività di blogging dal punto di vista della soddisfazione personale?
Tantissimo. Come già detto, ho iniziato quest’avventura per gioco e si è rivelata trampolino per molte opportunità. Dovrei trovare il coraggio per crederci fino in fondo e trasformarlo in un lavoro vero e proprio. Vedremo in futuro!
Mirco reo-confesso: in tempi non sospetti già armeggiavi con siti e piattaforme varie, in un’epoca in cui i social media erano di là da venire. Ti andrebbe di tracciare brevemente il tuo percorso con i progetti passati che, in modi e tempi diversi, hanno contribuito a portarti dove sei oggi?
Sono stato sempre un amante della tecnologia. Sperimento ogni tipo di social non tanto per averlo ma per poterlo esaminare e capire. Per la mia prima esperienza di PersoneSilenziose.it ho sperimentato moltissime piattaforme web. Alcune non le ricordo nemmeno. All’inizio il sito girava in ASP con un database ACCESS! Anche il forum utilizzava la stessa tecnologia. Ho utilizzato tanti servizi di microblogging. Poi ci fu l’evoluzione al PHP. Iniziai con JOOMLA (forse con qualche altra piattaforma, ma onestamente non ricordo il nome, sono passati quasi 20 anni!). Poi approdai a WORDPRESS che non ho più lasciato anche perché ho visto il suo potere in campo SEO.
Mirco a ruota libera: lascia un messaggio, un incoraggiamento, una citazione, insomma qualsiasi cosa tu voglia comunicare in questo piccolo spazio!
Sono la testimonianza che con la passione si possono fare molte cose.
Fare blogging credendo a ciò che fai e amando ciò che fai, ti ripaga. Magari non immediatamente. Ci vuole tempo, per cercare la via giusta per te, per correggere il tiro e migliorarti. Ma se hai costanza prima o poi verrai ripagato.